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lunedì 24 dicembre 2012

LIGA , TABELLINI E RISULTATI


Il Real affonda e c'è un caso Casillas
Mou: "Scelta tecnica, non lascio"

Milano, 22 dicembre 2012

Liga, 17ª giornata: vittoria numero 16 per la capolista, che passa 3-1 a Valladolid coi gol di Xavi, di Messi e di Tello. Tornano 9 i punti di vantaggio sull'Atletico. Madridisti sconfitti 3-2 alla Rosaleda: ed è bufera

Real nella bufera, vola il Barcellona nel nome di Vilanova e Messi segna la rete numero 91. La notizia più bella della giornata è quella di Tito Vilanova fuori dalla clinica Vall d'Hebrón in cui è stato operato giovedì. In campo, i suoi ragazzi non lo hanno deluso: il Barcellona passa anche allo Zorrilla di Valladolid 3-1, dando una immagine di compattezza davvero enorme, probabilmente una delle migliori partite di questa stagione della squadra culè.
Messi e Xavi, entrambi in gol a Valladolid. Ansa
Messi e Xavi, entrambi in gol a Valladolid. Ansa
APRE XAVI — La prima di Jordi Roura in panchina non cambia ovviamente il sistema di gioco in campo, che è il solito 4-3-3, con Busquets davanti a Mascherano e Piqué, Xavi e Thiago Alcantara in mediana e Messi con al fianco Pedro e Alexis Sanchez (ancora sacrificato Villa). Il Valladolid difende con attenzione e prova a ripartire accompagnando anche con i buoni esterni di difesa Rukavina e Balenziaga: unico riferimento offensivo l’angolano Manucho (oggi in netta difficoltà). Il Barça va subito vicino al gol, anche se la manovra inizia a essere più pericolosa quando i terzini infittiscono le sovrapposizioni, partendo da una posizione più alta: la scarsa vena di Dani Alves si nota negli errori tecnici e concettuali delle sue giocate, Jordi Alba è invece perfetto. E proprio dal suo piede nasce l’assist vincente: recupero palla alto del Barça con Messi (che aveva preso un palo su punizione, minuti prima), solita volata al piede nord-sud, appoggio laterale all’ex Valencia e palla vincente per l’inserimento di Xavi. 1-0 al 42’, è il quarto gol nella Liga del ragazzo di Terrassa.
Il Barça con la maglietta dedicata al tecnico Vilanova. Ap
Il Barça con la maglietta dedicata al tecnico Vilanova. Ap
IL SOLITO MESSI — Nel secondo tempo la sceneggiatura cambia poco, a mettere il sicuro il risultato ci pensa per la 91esima volta in stagione Leo Messi, con la solita giocata individuale: spaventosa accelerazione, uno contro tutti in zona centrale che finisce con un rasoterra alla destra del portiere. All’ora di gioco è 2-0 e a Zorrilla anche i tifosi del Valladolid, dopo aver cantato “Eviva España” agli odiati catalani per molti minuti, urlano “Messi, Messi!”. Onnipotente. 15 minuti finali per David Villa, lui pure osannato dal pubblico del Zorrilla, esattamente come Iniesta, a cui Jordi Roura regala gli ultimi cinque giri d’orologio. Anche i tifosi avversari, evidentemente, hanno osservato un bello spettacolo, e possono esultare per il primo tiro in porta che è anche il gol della bandiera, all’89’: segna Javi Guerra, con Dani Alves che sul lato debole si dimentica per l’ennesima volta l’uomo. Chiude i conti nel recupero Tello. Il Barcellona continua la corsa: l’Atletico Madrid rimane a meno nove punti.
José Mourinho sorprende tutti mandando Casillas in panchina. Reuters
José Mourinho sorprende tutti mandando Casillas in panchina. Reuters
 
REAL A MALAGA — Il Natale porta al Real Madrid tanto carbone: moltissime polemiche e l’ennesima sconfitta. La squadra di Mourinho perde 3-2 a Malaga non giocando in verità un brutto primo tempo e nemmeno una gara disastrosa. Ma i dettagli non basteranno a fermare il vulcano che agita la Casa Blanca. Alla lettura della formazione il terremoto è già partito, con Casillas che va per la prima volta in panchina per scelta tecnica, l’ultima precedente è del lontano 2002... Il portiere è ai ferri corti da tempo col tecnico, e alcune ore prima della gara ha pubblicato un tweet sibillino con una foto di una goccia che scava a poco a poco la roccia. Poi partono i “si dice” della pettegola stampa spagnola: si dice che Sergio Ramos porti una sottomaglia in cui c’è scritto “C’è solo un capitano”, in sostegno all’amico Iker, si dice che Florentino abbia saputo meno di mezz’ora prima della gara la notizia dell’esclusione del portiere, prendendola malissimo. Il reality show Real Madrid sarebbe colmo anche senza la partita. E la terza gara senza vittoria dei blancos aggiunge polemica a polemica.
Isco segna, Ramos lo guarda. Ansa
Isco segna, Ramos lo guarda. Ansa
Gazzetta TV
SUPER ROQUE — Pellegrini preferisce stavolta il rombo in mezzo al campo con Camacho vertice basso e Portillo a scambiare con Saviola e il gioiello Isco. Sugli esterni grande lavoro di Eliseu e gran qualità con Joaquin. La squadra è molto offensiva ma soprattutto equilibrata, difende molto bene quando resta compatta. Nel primo tempo viene però il Malaga è sovrastato dal Real Madrid che, specie con le ripartenze, ha tre clamorose palle gol (una per Di Maria, le altre di un favoloso Cristiano Ronaldo) ma non ne infila in rete nemmeno una. Soprattutto, la squadra di Pellegrini fatica a trovare la finalizzazione. A inizio secondo tempo cambia tutto. Alla prima conclusione verso la porta il Malaga va in vantaggio: palla ben lavorata da Joaquin sulla sinistra dell’area di rigore, pescato al centro Isco che controlla e batte il vice-Iker Adan. Dopo la rete i padroni di casa diventano per una decina di minuti anche padroni del campo: il Madrid vacilla più volte. Mourinho cambia, dentro Callejon per Arbeloa, la squadra prende fiducia e trova il meritato pareggio con un rimpallo Benzema-Sergio Sanchez. Ozil ha la palla del vantaggio ma la spreca. Santa Cruz, entrato da poco per sostituire Saviola cambia la partita in tre minuti: due tocchi di palla, due gol, prima chiude una bella giocata che nasce da Eliseu (73’ ), poi approfitta di un bel filtrante di Joaquin (76’). Mourinho continua ad allenare, dopo Kakà inserisce anche Modric, ma la sua squadra non gli risponde tecnicamente, solo aumenta il nervosismo. Un grave errore di Camacho, uccellato in uscita di palla da Ozil, regala il gol a Benzema (82’), ma la sostanza non cambia: tre punti al Malaga, che si porta a meno due dal Madrid. La Rosaleda interrompe i cori contro Platini (e l’Uefa che li ha esclusi dall’Europa): può finalmente festeggiare.
MOU RESISTE — A fine partita Mourinho respinge ogni ipotesi di dimissioni. Non ci ha mai pensato "nè durante nè dopo la partita - spiega lo "special one" - e non temo neanche per la mia panchina, non ci penso nemmeno. Noi allenatori sappiamo che il calcio non ha memoria e che conta solo quello che hai fatto oggi, non contano i risultati nè i titoli. Io sento che i giocatori mi seguono, hanno giocato per vincere, ma non è andata". L'esclusione di Casillas è un problema in più per Mourinho, una panchina storica per il numero 1 del Real e della nazionale spagnola. "La mia è stata una scelta tecnica, un allenatore ha il dovere di analizzare tutto e scegliere chi mandare in campo, potete inventare tutte le storie che volete, ma è una decisione tecnica e nient'altro. Secondo me Adan sta meglio di Iker e insieme ai miei collaboratori ho scelto così e nel risultato di oggi il portiere non ha alcuna responsabilità". Mourinho sa benissimo che la Liga ormai è andata. "Abbiamo vinto il campionato nella scorsa stagione dando 9 punti alla seconda, quest'anno siamo a una distanza incolmabile e dobbiamo assumerci le nostre responsabilità perchè non stiamo facendo un bel campionato". Mourinho se la prende anche con gli arbitri e la malasorte. "Ci sono decisioni e pali che si sommano in ogni partita...Se guardiamo la classifica è dura, ma siamo il Real Madrid e dobbiamo trovare le motivazioni giuste per far bene. Oggi ho detto ai ragazzi che possono tornare a casa tristi, ma con la tranquillità di chi sa di aver fatto il possibile".

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